Andiamo direttamente alla raccolta delle olive saltando tutti i passaggi che hanno portato alla loro formazione. Diamo per scontato che sia andato tutto bene e che le olive siano sane e abbiano seguito un iter di sviluppo regolare (niente siccità, né grandine, né parassiti vari…). Bisogna raccoglierle e qui interviene pesantemente l’uomo. Il primo passo è: quando le raccolgo? Le olive vanno raccolte ancora verdi. L’oliva nera produrrà un olio di qualità inferiore perché si avviano una serie di processi chimici che portano una drastica riduzione delle componenti che caratterizzano positivamente l’olio di oliva. Va detto che vi sono varietà molto precoci e altre tardive e che anche l’andamento della stagione influenza il giusto periodo di raccolta, quindi non è possibile definire una data ottimale di raccolta, ma si può individuare un periodo più o meno ampio in cui è opportuno raccogliere le olive. Aggiungiamo un concetto che può sembrare banale, le olive vanno raccolte… dalla pianta. Le olive cadute a terra devono rimanere lì perché se sono cadute un motivo c’è. Bisogna poi individuare un sistema di raccolta che non comprometta l’integrità del frutto. Chiarito che non è pensabile raccogliere le olive una per una a mano, il modo migliore per garantire l’integrità delle olive è raccoglierle scuotendo la pianta. In questo modo si eviterà di danneggiare il frutto con urti di qualsivoglia natura. Le olive cadute su apposite reti devono essere poi raccolte e ancora una volta la raccolta meccanizzata attraverso l’uso di scuotitori presenta dei vantaggi perché sotto la pianta c’è un solo operatore che attraverso l’uso di un telecomando controlla il braccio meccanico scuotitore e non una moltitudine di operai che staccano le olive con l’uso di agevolatori pneumatici o elettrici. Questo naturalmente riduce il rischio di schiacciare le olive danneggiandole e favorendo l’avvio di processi di degrado elle stesse.